BY: Irene Barbruni
Hannibal Lecter
di P. Webber (Francia, GB, USA,2005)
Regia: Peter Webber. Interpreti principali: Gaspard Ulliel, Gong Li, Rhys Ifans, Kevin McKidd, Dominic West, Richard Brake, Stephen Walters, Ivan Marevich, Goran Kostic. Genere Drammatico, colore, 117 minuti. Produzione Francia, Gran Bretagna, USA 2007.
Il film racconta le vicende del giovane Lecter, il famoso serial killer-cannibale, personaggio creato da T. Harris e interpretato magistralmente da A. Hopkins nei film precedenti.
Lecter nasce in Lituania prima della Seconda Guerra Mondiale da una ricca famiglia aristocratica. Durante la guerra vive l’orrore di vedere i genitori morire sotto un attacco e si ritrova solo con la sorellina di nome Mischa. I due bambini rimangono nel casale dove la famiglia si era rifugiata per sfuggire ai soldati e Hannibal si prende amorevolmente cura della sorellina. Dopo pochi giorni un gruppo di disertori tedeschi irrompono nel casale e tengono in ostaggio i due bambini. La scarsità di cibo induce il gruppo di uomini ad uccidere e mangiare la bambina. Hannibal riuscirà a fuggire e viene rinchiuso in un orfanotrofio sorto proprio nella sua vecchia casa. Lecter è qui ormai un giovane adolescente che si difende dalle crudeli angherie dei compagni manifestando già una freddezza particolare nel suo modo di farsi giustizia da solo.
Nella vecchia camera della madre ritrova delle lettere di uno zio e fugge per andare a cercarlo a Parigi dove troverà la zia giapponese ormai vedova, Lady Murasaki Shibuku, che lo accoglie nella sua casa. Anche Lady Murasaki ha vissuto il terribile dolore di perdere i suoi cari e comprende la sofferenza che devasta il giovane Lecter. Un giorno ad un mercato un macellaio molesta Lady Murasaki e Hannibal, non sopportando tale ingiustizia, riserva all’uomo una morte dolorosa mettendo in pratica le tecniche di lotta giapponese insegnate dal Lady Murasaki. La zia aiuta Hannibal quando l’Ispettore di polizia sospetta di lui; lo protegge perché comprende la rabbia che muove le sue terribili azioni e spera ancora che possa superare questa sua pulsione ad uccidere. Una pulsione che deriva da una propensione a combattere fuori di sé il dolore devastante che vive all’interno della propria anima.
In seguito si trasferiscono negli USA, affinché Hannibal possa studiare medicina, dove comincia la sua vendetta: Lecter uccide chi ha mangiato la sorellina. La zia cerca di persuadere Hannibal a non uccidere chiedendogli di risparmiare almeno il padre di una bambina, chiedendogli quindi di salvare la parte innocente che è dentro di lui, ma la sua furia è troppo grande. Il senso di potenza che cresce mentre uccide quegli uomini placa i tumulti interiori che in questo modo sono sotto controllo.
I propri incubi notturni prendono corpo negli uomini indegni che lui incontra e che vuole sterminare: è meno devastante quando riusciamo a dare un volto al male che ci logora dentro. La scena in cui sta uccidendo uno degli assassini della sorella e questi gli rivela che lui stesso ha mangiato la bambina, senza saperlo, è la scena che segna una sorta di non ritorno al bambino innocente Hannibal Lecter libero dai propri istinti carnefici. L’endocannibalismo sarebbe l’atto di mangiare i cadaveri dei propri morti e non quelli del nemico.
“Il risultato apparente dell’endocannibalismo è quello di una totale integrazione tra morti e vivi, dal momento che questi ultimi assorbono i primi: ma si tratta soltanto di un’apparenza. In realtà, l’endocannibalismo porta all’apice la separazione tra vivi e morti, nel senso che i primi, mangiando gli altri, pervengono addirittura a privarli di quell’estremo ancoraggio nello spazio che sarebbe rappresentato da una tomba: non resta più alcuna possibilità di contatto gli uni e gli altri” (Dizionario delle Mitologie e delle religioni di Yves Bonnefoy, Bur Dizioni Rizzoli).
L’unica parte di Lecter legata ai sentimenti, che affiorava alla coscienza attraverso gli incubi, in quel momento è morta come anche l’amore tenero per la sorellina, che in qualche modo dava un senso alla sua furia omicida, perchè anche lui è ormai solo un feroce assassino. Ciò che caratterizza questo personaggio non è una non distinzione tra bene e male ma una totale assenza di empatia nel dolore dell’altro e un freddo calcolo secondo cui chi non è degno può e deve essere giustiziato.
Quando Hannibal rivela l’amore per Lady Murasaki lei sa già che la parte di Lecter capace di amare è ormai assopita: quella parte è morta con la sorellina, l’odio l’ha consumato fino a farlo diventare il male che divora se stesso. Il personaggio di Lecter ha assorbito come una spugna la sete di morte e di vendetta degli uomini incarnando un male spietato.