BY: Ginevra Barbruni
I lipidi rappresentano il nutriente a più elevato rendimento energetico e sono, insieme alle proteine, il principale costituente delle membrane biologiche. Inoltre costituiscono il substrato da cui derivano importanti molecole dell’omeostasi come ormoni steroidei, vitamine, sali biliari ecc..
I lipidi a temperatura ambiente possono trovarsi in forma liquida o solida. I lipidi in forma liquida vengono definiti oli e sono prevalentemente di origine vegetale, mentre i lipidi solidi, definiti grassi, sono di origine animale. I lipidi sono composti da acidi grassi i quali sono classificati in acidi grassi saturi, acidi grassi monoinsaturi e acidi grassi polinsaturi. Tra gli acidi grassi polinsaturi troviamo quelli che sono definiti “acidi grassi essenziali” perché non possono essere sintetizzati dall’organismo dei mammiferi e devono quindi essere introdotti con la dieta. Nel gruppo degli acidi grassi essenziali troviamo gli w-6 e w-3.
Un insufficiente apporto di questi nella dieta sarebbe alla base di molteplici condizioni patologiche.
Esistono numerosi studi che mettono in correlazione i livelli d’assunzione di lipidi con l’insorgenza e la prevenzione di patologie tumorali .
In paesi dove l’olio di oliva è la fonte principale di grassi si registra una incidenza di cancro minore rispetto ad altri paesi che utilizzano un altro tipo di alimentazione. Quindi in numerosi studi è stato dimostrato come un utilizzo di acidi grassi monoinsaturi, incluso l’olio d’oliva, sia associato ad una riduzione del rischio di sviluppare il cancro (soprattutto polmone, colon e prostata).
Recentemente gli acidi grassi polinsaturi sono stati considerati per il loro potenziale antitumorale e vengono utilizzati in molti centri oncologici come coadiuvanti nelle normali terapie antineoplastiche. Esistono studi che mettono in evidenza come le condizioni dei pazienti sottoposti a chemioterapia migliorino quando vengano assunti con la dieta acidi grassi polinsaturi. Questi sono quindi in grado sia di alterare la tossicità e l’attività dei chemioterapici, sia di rendere le cellule tumorali più sensibili agli effetti dei farmaci antitumorali.
Estratto dalla tesi “Valutazione in vitro del potenziale antitumorale di una miscela di lipoperossidi”