BY: Irene Barbruni
USA 2004. Regia Joel Schumacher. Interpreti principali: Gerard Butler (il Fantasma), Emmy Rossum (Christine Daae), Minnie Driver (Carlotta), Mirando Richardson (Madame Giry), Simon Callows (Andre).
Il film porta sullo schermo il musical di Lloyd Webber, tratto dal romanzo di Gaston Leroux.
Christine è una giovane ballerina della compagnia del teatro dell’Opera di Parigi, che viene scelta come sostituta di Carlotta, la capricciosa primadonna dello spettacolo.
L’esibizione della giovane artista stupisce ed incanta tutto il pubblico compreso “l’Angelo della Musica”, il suo mentore, una voce misteriosa che la ragazza crede appartenga ad un angelo mandato dal padre che, prima di morire, le aveva promesso di rimanerle accanto attraverso la musica. In realtà l’Angelo della Musica è un compositore e musicista sfigurato, che si nasconde nei sotterranei dell’Opera, conosciuto come il Fantasma dell’Opera che terrorizza tutti gli artisti.
L’amore tra Christine e il Visconte Raoul de Chagny scatena la gelosia del Fantasma che comincia a perseguitare la ragazza. Simbolicamente il Fantasma dell’Opera rappresenta l’Ombra di Christine. L’archetipo dell’Ombra è definito da Jung (Gli archetipi e l’inconscio collettivo, 1976) come tutto ciò che l’individuo non conosce, quindi quello che risiede nell’inconscio, ma che in qualche modo è sempre presente come una persecuzione incessante. Infatti, il Fantasma risiede nei sotterranei dell’Opera, in luoghi oscuri e sconosciuti: un’immagine che richiama ai contenuti dell’inconscio, un luogo scuro dove non arriva la luce della coscienza.
La persecuzione si scatena quando Christine si innamora; simbolicamente ciò può essere letto come le paure e i timori che emergono nel momento in cui nasce un amore. Infatti ciò che prima dell’innamoramento era solo una voce benevola d’ispirazione, diventa poi con lo scatenarsi delle passioni amorose una forza oscura che tenta di separare i due innamorati. Il Fantasma diventa e rappresenta quindi, il maschile persecutorio che la ragazza ha dentro di sé. Forte è la contrapposizione tra la bellezza, la voce melodiosa della ragazza e il volto sfigurato dell’essere che abita in luoghi oscuri.
Ma le cicatrici coperte da una maschera sono coraggiosamente messe alla luce, quindi ciò che è rimosso e vissuto come mostruoso è portato alla coscienza.
Christine si trova, quindi, a dover affrontare la sua Ombra, quella parte della sua personalità da cui è sfuggita fino a quel momento.
Riguardo a questo Jung afferma:
E’ questa la prima prova di coraggio da affrontare sulla vita interiore, una prova che basta a far desistere, spaventare, la maggior parte degli uomini. L’incontro con sé stessi è infatti una delle esperienze più sgradevoli, alle quali si sfugge proiettando tutto ciò che è negativo sul mondo che ci circonda…
Infatti, il volto sfigurato del Fantasma è coperto da una maschera (Persona) che la ragazza toglie per scoprire il vero volto. Jung continua e dice:
Chi è in condizione di vedere la propria Ombra e di sopportarne la conoscenza ha già assolto una piccola parte del compito: ha perlomeno fatto affiorare l’inconscio personale. (Gli archetipi e l’inconscio collettivo, 1976, pag. 19)
Nel momento in cui Christine scopre l’amore per il Fantasma, e quindi accetta anche l’immagine orribilmente sfigurata, che è comunque parte viva della sua individualità, si libera dalla persecuzione. Ritornando alla lettura simbolica, quando la ragazza impara ad amare anche il maschile dentro di sé si libera del lato persecutorio e delle paure legate al legame sentimentale con Raoul.