BY: Irene Barbruni
Dopo molti mesi i nostri bambini e ragazzi potranno tornare a scuola. Questo momento dell’anno è sempre ricco di emozioni e vissuti diversi, ma soprattutto quest’anno il rientro è particolare sia per il lungo periodo di chiusura, sia per ciò che verrà chiesto agli studenti per contenere la possibilità di contagio. C’è chi, sia adulto che bambino, risente meno del cambiamento delle abitudini e chi di più, a seconda delle caratteristiche di personalità, ma alcune riflessioni possono aiutare ad essere maggiormente preparati.
Una nuova situazione fatta di regole di comportamento che può apparire difficile per il fatto di essere abituati ad una notevole libertà di movimento. Infatti il senso dell’obbligo può far sentire come in gabbia; si può quindi sviluppare una certa ansia claustrofobica. Importante diventa quindi la riflessione sulla giusta ragione all’origine di tali sacrifici/regole che ci aiuta da un lato a sopportare il limite imposto e dall’altro a prendere piena coscienza che il comportamento individuale ricade su tutti, sia in positivo che in negativo. Il confine del nostro spazio soggettivo è labile e gli effetti delle nostre scelte agiscono sugli altri. Per spirito di emulazione ci sentiamo meglio se quello che dobbiamo fare lo fanno in molti e ciò aiuterà anche i più piccoli a seguire le regole che vengono loro spiegate.
Quindi questa emergenza può essere occasione per riflettere sul nostro modo di vivere, aumentare la consapevolezza di far parte di una grande famiglia e che non esiste un bene solo personale, ma il vero bene è quello che tocca tutti. Sollevandoci su un piano etico affronteremo meglio e con più coraggio le situazioni difficili che abbiamo di fronte. Riscoprire, quindi, il senso profondo di sé che nutre la nostra azione, ma soprattutto, è da esse che possiamo trarre una conoscenza più umana di noi stessi: siamo gli uni legati agli altri. I nostri figli, come noi tutti, sono spinti da questa emergenza a guardare la vita sotto altri occhi, liberandosi dalla falsa illusione che tutto sia gioco e divertimento; perché la vera vita la viviamo nell’impegno solidale con il prossimo.
Il bambino, nel suo piccolo, è chiamato a partecipare al bene di tutti, questa è la grande consapevolezza che deve raggiungere e che gli consentirà di percepirsi adulto. Quella che viviamo è una grande possibilità: recuperare il senso della nostra vita relazionale nell’impegno verso gli altri. Teniamo presente che ciò che chiediamo oggi ai nostri figli diventa un’occasione per loro di recuperare e sperimentare un ruolo sociale che nella società odierna hanno perso. Questi spunti riflessivi possono aiutare grandi e piccini ad affrontare questi mesi difficili dove ognuno è chiamato a fare la propria parte.