BY: Irene Barbruni
Oggi la pazienza è una virtù spesso dimenticata, lo stile di vita contemporaneo è caratterizzato dalla presenza di esperienze che si susseguono velocemente, tendiamo ad annoiarci facilmente e tutto ciò deriva da una certa incapacità di attendere.
Quindi in una società in cui un ritmo di vita frenetico è prevalente, la pazienza è spesso erroneamente associata alla passività. Invece essa è un non -fare che lascia spazio alla riflessione, la quale è alla base di un comportamento successivo più efficace. Uno studio inglese ha calcolato il limite massimo di attesa: si perde la pazienza dopo soli 8 minuti e 22 secondi. Al computer la sopportazione si abbassa ulteriormente e l’attesa di un minuto porta già una cattiva influenza sull’umore che si altera velocemente.
Un altro esperimento, condotto per la prima volta nel 1972 da Walter Mischel dell’Università di Stanford, ha dimostrato quanto la capacità di attesa nei bambini sia la base per una personalità più capace di gestire lo stress e raggiungere una maggior sicurezza nella propria vita. Nell’esperimento alcuni bambini di 4 anni sono stati lasciati soli in una stanza con un marshmallow. Era stato loro chiesto di non mangiarlo e il premio della capacità di resistere, sarebbero stati altri marshmallow. Alcuni bambini, seppur con difficoltà, furono in grado di resistere alla tentazione, altri invece non riuscirono a trattenersi. Alcuni anni dopo l’autore ha rivisto gli stessi bambini. Chi era riuscito a resistere alla tentazione-marshmallow era anche capace di gestire lo stress ottenendo buoni risultati a livello scolastico mentre, gli “impazienti” erano divenuti adulti più insicuri, meno capaci di concentrarsi e di controllare i propri impulsi. Il fatto di resistere alla tentazione era associato alla capacità di contenere il desiderio che spinge a cedere verso una gratificazione immediata, al fine di raggiungere qualcosa di più appagante. Questo aspetto è fondamentale nella realizzazione della propria vita; ecco perché la pazienza è fondamentale per la crescita dell’individuo.
La pazienza non è una caratteristica dei bambini, ma deve essere appresa. Pensiamo al neonato che se ha fame piange fino a che la mamma non si prende cura di lui. Buona parte dell’educazione deve portare il bambino ad acquisire la capacità di vivere un’attesa riflessiva, animata dal sentimento fiducioso della speranza in un esito positivo. Quindi la pazienza è un sentimento ed uno stato d’animo molto complesso entro il quale albergano e si evolvono capacità psicologiche determinante. La persona capace di attendere con serenità mostra padronanza di sé, il superamento dalla dipendenza da cose o sostanze. Infatti ciò che genera la dipendenza da cose o sostanze è proprio l’impazienza, la necessità violenta che non trova disciplina in quella personalità. L’esercizio della pazienza è quindi un importante supporto; spesso citata con la temperanza come una virtù fondamentale per l’evoluzione della persona. Nella filosofia orientale è una virtù ritenuta tra la più significative. Per esempio Confucio così si esprime: “Il nobile acquieta la sua persona prima di mettersi in moto. (…) Egli si raccoglie nella mente prima di mettersi a parlare”. Ed è proprio l’esercizio della pazienza che ci permette di riflettere e di trovare il giusto distacco dalle emozioni che ci potrebbero dominare.