BY: Irene Barbruni
La proiezione è quel processo per cui qualcosa di interno al sistema psichico viene considerato proveniente dall’esterno.
Secondo Jung essa può riguardare sia contenuti inconsci considerati negativi dal soggetto, che quindi se ne libera spostandoli sull’oggetto esterno, sia aspetti positivi che vengono spostati a causa di una sottovalutazione di sé. Essa può assumere forme più mature o meno. Ad esempio l’empatia presuppone la capacità dell’individuo di proiettare la propria esperienza per capire il mondo soggettivo di un’altra persona. Per questo motivo Jung parla di due tipi di proiezioni: una passiva e una attiva. Nel primo caso la proiezione non è frutto di un’intenzione, mentre nel secondo fa parte dell’atto di immedesimazione.
Alcuni test utilizzati per l’indagine della personalità sono chiamati proiettivi in quanto cercano di far emergere i contenuti psichici inconsci di un individuo. Infatti lo stimolo proposto nei test proiettivi è volutamente ambiguo, indeterminato proprio per sollecitare una risposta personale nel soggetto testato. I test proiettivi possono utilizzare il disegno, come i test grafici, oppure stimoli di diverso genere che devono essere interpretati dal soggetto. Ad esempio due dei test maggiormente utilizzati come il Rorschach e il Thematic Apperception Test presentano delle figure indefinite oppure, nel secondo caso, delle situazioni in cui si trovano dei personaggi. In queste prove non esistono risposte giuste o sbagliate, ma ogni risposta viene analizzata, siglata e il protocollo confrontato con dei dati di riferimento che permettono l’inquadramento diagnostico.
Al di là delle riflessioni che fanno parte del lavoro dello specialista, se nella quotidianità facciamo attenzione possiamo scoprire che la percezione della realtà che ci circonda è in massima parte dovuta proprio alla proiezione, a cui si aggiunge una valutazione logica e razionale. In altre parole, ognuno di noi vede la realtà a modo suo. E’ normale che di fronte allo stesso paesaggio due persone che lo guardano lo percepiscano e lo vivano in modo personale, soggettivo, proprio perché ognuno trasferisce sul mondo esterno il proprio mondo interiore. Riflettendo nel nostro intimo su questi aspetti possiamo scoprire alcuni elementi proiettivi nel nostro modo di porci agli altri, avendo così la possibilità di riflettere su noi stessi, sulla nostra realtà interiore per poter arricchire la conoscenza delle dinamiche che animano il nostro profondo sentire. Da ciò può nascere l’occasione di migliorare la nostra e l’altrui conoscenza e di conseguenza possiamo approdare ad una maggiore qualità nel rapporto con noi stessi e con gli altri. Le proiezioni quindi ci aiutano a scoprire il soggettivo, il personale che si aggiunge e qualifica la percezione sensoriale e la conseguente elaborazione logica; ciò in quanto ognuno nel proprio intimo è unico ed irripetibile.